Comunicato 26 Novembre 2014 n.1
Lo sciopero non è uno spot pubblicitario e nemmeno un "sondaggio a cielo aperto".
In questi anni torbidi, la rivendicazione di un diritto (come il rinnovo contrattuale) da parte dei lavoratori è stato fatto passare come un optional. Nei termini - cioè - di un piagnisteo inutile e corporativo. Non è così! Rinnovare un contratto collettivo nazionale di lavoro è nella logica delle dinamiche dell'organizzazione del lavoro.
Vuol dire, per esempio, adeguare le retribuzioni al costo della vita, significa accompagnare le modifiche del lavoro con la partecipazione decisiva dei lavoratori, rappresenta la titolarità del lavoratore /lavoratrice ai cambiamenti sociali, alle trasformazioni del costume e delle esigenze di vita di milioni di persone.
Naturalmente, ogni organizzazione deve deciderlo (lo sciopero) in piena autonomia, senza "lisciare il pelo" a strumentalizzazioni politiche, senza farsi confondere in dibattiti politici spesso "senza né arte, ne parte" e senza inseguire l'avventurismo di Scioperi Generali che - la Storia ci insegna - vanno organizzati a fronte a crisi democratiche traumatiche e nei termini "dell'ultima spiaggia".
La CISL è il Sindacato dell'autonomia, della contrattazione e della concertazione che serve ad unire e non a frammentare la società.
Lo sciopero, dunque, si organizza su obiettivi precisi, traguardabili, possibili e necessari!
Quello del 1° dicembre sul contratto del Pubblico Impiego (indetto dalla CISL) è preciso, traguardabile, possibile e necessario!
Poi, naturalmente, ogni valutazione è delegata alla coscienza del lavoratore/lavoratrice, alla sua appartenenza al percorso sindacale, alla capacità per ognuno di stabilire come, quando e perché "alzare la voce", rappresentare intransigenza, partecipare ad un grande movimento collettivo.
Questo Governo (comunque la si pensi) è particolarmente ostile ad ogni dialogo, al riconoscimento stesso del Sindacato come soggetto sociale intermedio e manifesta l'orticaria - in particolare - per i lavoratori del pubblico impiego, considerati zavorra e non bene pubblico, esubero e non risorsa.
Certo! Lo sciopero segna un sacrificio: personale ed economico! Molti sono i dubbi, possibili le incertezze. Ma in ogni caso è uno sciopero che si deve fare!
Rappresentare l'assenza fisica dal luogo di lavoro non è una semplice testimonianza ma un atto di volontà, un'obiezione di coscienza verso chi - le coscienze - vorrebbe intorpidirle, nasconderle, renderle inutili.
I lavoratori, le lavoratrici dell'Università e del Conservatorio di Musica di Salerno hanno il diritto e il dovere di mettere "nero su bianco" le cose che hanno da dire. Non lasciamoci zittire!
Salerno, 26 Novembre 2014
Segreteria Provinciale CISL Università Salerno